E’ spesso attribuita a J. D. Rockfeller, il famoso industriale del petrolio, la storiella che invece vede protagonista il suo coevo J. P. Morgan, l’ altrettanto famoso banchiere e finanziere.
Si narra che Morgan, come suo solito, si facesse lustrare le scarpe prima di entrare a Wall Street. Stranamente, quel giorno, il solito lustrascarpe, che non lo aveva mai fatto prima, chiese a Morgan se, dato che ne aveva sentito parlare, fosse un buon momento per comprare in borsa.
La leggenda è che J. P. Morgan non rispose al lustrascarpe, si alzò taciturno, pagò educatamente il lustrascarpe e, altrettanto taciturnamente, entrato in borsa, vendette tutte le sue azioni. Era la vigilia del crollo di Wall Street del 1929.
Questa storiella è spesso portata ad esempio di come quando tutti, proprio tutti, persino i lustrascarpe che, con il massimo rispetto da parte mia, al tempo erano l’ ultimo gradino della scala sociale a New York, vogliono fare la stessa cosa, bisogna cominciare a farsi qualche domanda.
Questa leggenda, a mio avviso, deve essere utilizzata per mettere in guardia le persone in questo periodo.
Nell’ articolo della scorsa settimana (“Ftse Mib: brusco risveglio”) ho evidenziato gli errori che hanno portato a questo punto i risparmiatori.
Qui, a questi prezzi, purtroppo, sto constatando altri grossissimi errori, dati dalla psicologia collettiva, che sono potenzialmente idonei a provocare risultati disastrosi.
Lunedì scorso (9 Marzo) la borsa italiana ha perso oltre il 10%, il petrolio è sceso molto.
Ebbene, ho sentito solo persone (anche che non sento generalmente e che generalmente non parlano di borsa), parlare della “grossa opportunità” che questo presentava.
Ecco un esempio di mail che ho ricevuto:
“Buongiorno Fabio, Ti seguo da anni con i tuoi articoli su soldi online, anche se dopo aver perso molto in passato non sono più un grande investitore. Mi riprometto da sempre di entrare nuovamente sui mercati solo in caso di "tempesta perfetta" e infatti lunedì mattina dopo il tracollo del petrolio e dei listini sono entrato su petrolio, intesa, eni e mib a effetto leva. Poca roba a dire il vero, ma che a distanza di pochi giorni ha già una perdita del 20%. Etc…etc….”
Questa è solo una delle mail con simile tenore. Il sentiment generale, come dicevo è quello: “the big opportunità is here!”
Ebbene, chiedetevi: “ma se tutti i piccoli risparmiatori vedono questa grandissima opportunità, sarà mai veramente un’ opportunità così grande? O sarà una trappola?”
“Ma, se le persona hanno sempre perso in passato, perché, dato che sono sempre le stesse, dovrebbero guadagnare in futuro?” “Hanno più conoscenza?” “Hanno una psiche diversa?” “Conoscono questa volta le probabilità di quello che fanno, a differenza di prima?”
Vorrei spiegare, secondo me, in che fase eravamo, da che fase siamo passati e in che fase siamo. Vorrei, se possibile, come ho messo in guardia dal comprare a 24.000 circa, mettere in guardia dal fare la cosa sbagliata adesso. Vorrei farlo usando il seguente grafico che evidenzia le fasi di oscillazione. E descriverlo.
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico giornaliero.
FASCIA 1: NON COMPRARE: in questa fascia la maggior parte delle persone (i piccoli risparmiatori e i fondi comuni, non le banche internazionali, non i professionisti come me, non i nostri utenti) sono piene di titoli, fondi, gestioni patrimoniali ecc… Il clima è positivo, non c’è nessuna notizia che faccia preoccupare (o non viene presa in considerazione perché i prezzi non la prendono in considerazione). Si è sugli obiettivi ma, mentre la grossa banca mondiale lo sa e il professionista lo sa, il piccolo fa “orecchie da mercante” o non lo capisce o non se ne rende conto, o non gli interessa. E’ concentrato sul cogliere l’ opportunità rialzista quando questa non c’ è. L’ atteggiamento giusto è non comprare e aspettare un segnale short. L’ atteggiamento generale è invece comprare (sbagliando), rimanere investiti (sbagliando) o per alcuni prendere (sbagliando) posizione short senza segnale.
FASCIA 2: NON MEDIARE. I prezzi fanno la cosa più normale che possano fare: passare dagli obiettivi ai supporti. Cos’ altro dovrebbero fare? Qui però la velocità è maggiore rispetto a quella a cui il risparmiatore è abituato e quindi lo shocca. Egli quindi acquista per fare media (sbagliatissimo) o, se era short chiude le sue posizioni ribassiste pensando che venderà più in alto. In questa fase normalmente il promotore finanziario chiama al telefono dicendo di comprare “perché i prezzi sono bassi”. La cosa giusta da fare qui, invece, è non fare niente se non si ha un segnale a probabilità alta e conosciuta.
FASCIA 3: LA GABBIA. Qui le oscillazioni diventano ancora più stupefacenti per la persona comune. Non le ha mai viste (più facile che non se ne ricordi, in verità). Quelli che erano dentro in leva sono azzerati, c’è ancora chi ha qualche soldo per mediare (le ultime cartucce), chi non era in leva si scopre “cassettista” (“non mi interessa, i dividendi sono buoni, lascerò tutto a mio figlio”), chi era fuori “fiuta l’ opportunità” e compra pensando che “tanto dove vuoi che si vada” o “più in giù di così non si può andare”. Il promotore finanziario bussa più insistentemente alla porta. Qui invece le opportunità non ci sono; anzi, meglio, ci sono come sempre. La cosa giusta quindi è non farsi allettare dal canto delle sirene e, con tranquillità, progettare un long o uno short quando i prezzi avranno rimbalzato verso le resistenze o le resistenze si saranno abbassati fino ai prezzi. Non è giusto neanche diventare cassettisti ammettendo la propria incapacità di prendere le oscillazioni: nel peggiore dei casi, la strategia non paga ed è ugualmente rischiosa. Ricordatevi. Con la borsa non si scherza e non c’è una strategia che sia la panacea di ogni malattia tranne quella che ti da le probabilità a favore.
Quindi qual è la nostra strategia?
E’ sempre concentrata sulla cosa giusta da fare.
E la cosa giusta da fare, senza alcun dubbio, è divisa in due step:
1) primo passo: stare fermi e non fare niente. Lo so, l’ istinto dice di muoversi ad ogni costo. Non lo si deve fare perché in borsa nulla è impossibile. Ad esempio, come detto anzitempo, visto che il laterale 24.000 – 12.000 non è stato rotto al rialzo, questo potrebbe essere rotto al ribasso, con una proiezione dei prezzi a zero (addio cassettista) (Figura 2).
Alcuni obietteranno (ovviamente) che zero è impossibile, ma questa obiezione si scontra con il fatto che in borsa nulla è impossibile. Infatti, personalmente, non sto battendo sul fatto che io creda che sia possibile o impossibile ma sul fatto che un trader non si deve mai trovare impreparato di fronte a niente. “Aspettati l’ inaspettato” è il suo motto.
Fig 2. Future Ftse Mib 40 – Grafico mensile.
2) secondo passo: attendere prima un laterale (il mercato lateralizza nel 90% del tempo) e poi le resistenze per effettuare un long (nuovo trend rialzista) o uno short (ripresa del trend ribassista). Il mercato infatti oscillerà di sicuro, lo diciamo sempre, ma prima probabilmente ci sarà un laterale e poi o rimbalzerà verso le resistenze o le resistenze si avvicineranno ai prezzi. Lì faremo, se vi sarà segnale, la nostra mossa perché avrà le percentuali a favore, maggiori dell’ 80%, che desideriamo.
La stessa strategia adotteremo per i singoli titoli.
Detta la nostra strategia, non sto scoraggiando le persone dal comprare o fare quello che desiderano. Lo dico sempre: “ognuno faccia quello che vuole”. Non sarebbe però meglio fare qualcosa sapendo quello che si fa?
Infatti non metto in evidenza i comportamenti sbagliati perché mi fa piacere ma perché mi dispiace tantissimo vedere persone che bruciano risparmi accumulati in anni e anni di duro lavoro o ereditati con la fatica dei padri, per errori evitabili e inesperienza.
A chi è incappato in questi errori, quindi, ce lo faccia sapere perché ho deciso, in questo periodo drammatico, di mettere a loro disposizione tutte le nostre risorse gratuitamente per 15 giorni al fine di cercare di far recuperare al meglio le posizioni compromesse.
Per concludere da dove si è iniziato, se J. P. Morgan ha fatto quello che abbiamo narrato, si sappia che J. D. Rockfeller, a cui viene spesso erroneamente attribuita la stessa storia, non fu un genio di borsa come lo fu negli affari ma andò incontro a grossi flop e perdite ripetute sui mercati finanziari tanto che, ad un certo punto, dovette persino ricorrere ad un prestito personale per poter mantenere le posizioni aperte e recuperare. Non basta essere un genio in altri settori per esserlo anche in borsa. Ci vogliono altre competenze.
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