Indice IFO: non basta leggere, serve comprendere.

L'indice IFO di marzo rilasciato ieri si è riportato ai livelli pre-pandemici, facendo registrare 96,6 punti. Questo indice si basa molto su sentiment e fiducia di ogni tipologia imprese, dal manifatturiero alle costruzioni, dal commercio all'ingrosso a quello al dettaglio, ed è sostanzialmente un'indagine su 7000 aziende.

Come trader e investitori dobbiamo avere quel quid che ci spinge ad andare oltre la semplice lettura numerica, andando a scoprire cosa c'è sotto il dato rilasciato, cercando nuove opportunità di investimento.

La Germania e la Francia costituiscono per l'Italia i primi due partner economici sia per l'export che per l'import, quindi sapere che in un nostro paese-partner la fiducia delle imprese è alta vuol dire che qualcosa probabilmente si sta per (ri)muovere: le aziende si aspettano di produrre di più e di conseguenza vendere i loro prodotti come macchinari e attrezzature, o acquistare più semi-lavorati come prodotti metallurgici.

Questi settori merceologici sono infatti i più scambiati con la Germania, e si aggiungono in termini di volumi gli automezzi, a cui ed i prodotti chimici. Anche l'interscambio con la Germania nel settore ortofrutticolo è molto floriso: il mercato tedesco rappresenta il più rilevante bacino di destinazione dell'export italiano in questo settore. Quindi qual è lo step successivo? Scaviamo ancora più a fondo e vediamo nel nostro listino Star quali sono le aziende specializzate nell'export di prodotti agroalimentari e troveremo, solo per citarne alcune: La Doria, Orsero, Newlat Food e MARR. Ragazzi alcune di queste aziende stanno avendo un momentum pazzesco nelle ultime settimane e la loro crescita a mio avviso non è finita; ricordiamoci che anche se il mercato ha già scontato le riaperture l'economia reale è ancora ferma in entrambi i paesi.

Ricordiamoci che i prodotti italiani, tra i quali quelli del "made in Italy" tradizionale (agro-alimentare, vini, moda, calzature, mobili, design, oggetti per la casa, accessori, ecc.), sono molto apprezzati dai consumatori tedeschi. Anche sul marchio italiano possiamo anche citare alcune imprese che hanno sedi in Germania e tra queste troviamo Caleffi.

Se poi parliamo di politica economica ci sono alcuni settori strategici per l'industria tedesca ( siderurgia e industrie di lavorazione del rame e dell'alluminio; chimica; meccanica, automobilistica, strumenti ottici, apparecchiature mediche, green tech, industria della difesa, aeronautica e dello spazio; manifattura additiva) in cui, essendoci la programmazione lavorativa per avere la leadership del mercato manifatturiero, si prevedono possibili interventi statali in termini di incentivi alle tecnologie innovative. Quello che vi dico è riportato nella "strategia nazionale industriale 2030" e il documento è disponibile online in inglese.

Ragazzi non mi dilungherò oltre ma come avete capito le opportunità ci sono se sappiamo dove cercarle; di seguito vi riporto altre aziende Italiane quotate che hanno sedi (e mercato di sbocco) in Germania: Banca intesa, Campari, Eni, stellantis, Generali, Cnh, Leonardo, Nidec, Piaggio, Recordati, Unicredit.

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