La Fed ha abbassato i Fed Funds di 25 punti base, come da consensus, portandoli nell’intervallo 4,5%-4,75%, in seguito al taglio di 50 punti base effettuato nel mese di settembre. I rappresentanti del FOMC hanno ribadito il loro messaggio precedente: valuteranno attentamente i dati in arrivo, le prospettive in evoluzione e l’equilibrio dei rischi quando prenderanno in considerazione ulteriori aggiustamenti del costo del denaro.

Sul fronte economico, la Fed ha osservato che gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo solido. Dall’inizio dell’anno, le condizioni del mercato del lavoro si sono generalmente allentate e il tasso di disoccupazione è aumentato pur rimanendo contenuto. L’inflazione ha fatto progressi verso l’obiettivo del 2%, ma rimane comunque elevata.

Nella stessa giornata di ieri, la Bank of England ha abbassato il tasso di interesse di 25 punti base al 4,75%, come previsto. Si è trattato del secondo taglio dei tassi in quattro anni. Otto dei nove membri del MPC hanno votato a favore di una riduzione, mentre una rappresentante del board ha votato per un nulla di fatto. La decisione evidenzia un rallentamento della crescita dei prezzi nell’economia del Regno Unito, con l’inflazione in calo al minimo degli ultimi tre anni, all’1,7%. Il mercato è rimasto stabile con GBP/USD oscillante intorno a 1.3000.

JEROME POWELL VS DONALD TRUMP

Mancano alcuni mesi prima che Donald Trump si insedi alla Casa Bianca per il suo secondo mandato, ma già si intravedono scintille relativamente a quel che sarà il rapporto tra il tycoon Presidente e il Governatore della Fed Jerome Powell. Ieri sera, durante la conferenza stampa che ha fatto seguito alla decisione sui tassi, Powell non ha perso occasione per lanciare qualche “frecciatina” a Trump. Infatti, ha dichiarato che la legge non consente di declassare un presidente della Fed e non si dimetterà anche se il neo Presidente glielo chiederà. Sulla questione economica e finanziaria, il Governatore ha ribadito che il percorso fiscale degli Stati Uniti non è sostenibile.

BORSE USA SENZA LIMITI

Wall Street ha esteso il rally a due giorni dalle elezioni USA, con l’S&P 500 in aumento dello 0,78%, il Nasdaq in crescita dell’1,54% e il Dow Jones in rialzo dello 0,10%. Il settore tecnologico ha sovraperformato mentre quello energetico e finanziario sono apparsi in calo. Sul fronte degli utili, le azioni di Qualcomm sono salite di quasi il 4% dopo aver battuto sia gli utili che i ricavi. Anche Gilead Sciences è salita del 5,9% dopo aver aumentato la sua guidance per il 2024.

VALUTE

Dollaro altalenante nella seduta di ieri con oscillazioni bilaterali dei principali rapporti di cambio, con alta volatilità e price action interessanti. La valuta USA ha inizialmente perso terreno, in correzione rispetto ai guadagni del giorno prima, per poi in serata recuperare qualcosa. EUR/USD ha ripreso in giornata quota 1.0825, dopo aver aperto in area 1.0700, mentre in serata, dopo la Fed, il dollaro ha ripreso parte delle perdite della seduta europea. Stessa price action per GBP, JPY e valute oceaniche con movimenti bilaterali volatili, la tipica fase di consolidamento dopo una notizia importante. Prevediamo altre sedute caratterizzate da incertezza, con opportunità interessanti in ragione di una dinamicità che avevamo perso da qualche tempo.

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JOBLESS CLAIMS

Il numero di persone che hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti è aumentato di 3.000 unità rispetto alla settimana precedente, arrivando a 221.000, in linea con le aspettative del mercato. Nonostante il leggero aumento, il conteggio è rimasto ben al di sotto delle medie di inizio mese, continuando a indicare un certo grado di resilienza nel mercato del lavoro statunitense. Inoltre, il totale delle richieste continuative è aumentato più del previsto, raggiungendo quota 1.892.000 nella settimana conclusasi il 26 ottobre, il numero più alto in quasi tre anni.

MESSICO, SALE L’INFLAZIONE

Il tasso di inflazione annuale messicano è salito al 4,76% nell’ottobre 2024, in aumento rispetto al 4,58% del mese precedente e superiore al consensus di mercato del 4,72%. Il tasso di inflazione core è sceso al 3,80% in ottobre, il più basso da gennaio 2021, in calo rispetto al 3,91% di settembre e in stretto accordo con le stime. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,55% in ottobre, rispetto alle stime di un aumento dello 0,51%.

CINA, SALE L’EXPORT

Le esportazioni dalla Cina sono aumentate del 12,7% anno su anno ad ottobre, raggiungendo il massimo degli ultimi due anni a 309,06 miliardi di USD, un numero più alto del 5% previsto. Ciò ha segnato il settimo mese consecutivo di crescita e il ritmo più rapido da luglio 2022, poiché i produttori stanno anticipando gli ordini in previsione dei possibili dazi da parte di Stati Uniti e UE. Le esportazioni sono cresciute verso Stati Uniti, Giappone, Russia, UE e ASEAN.

Buon trading e buon fine settimana.

Saverio Berlinzani




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