AZIONARIO

Dopo 9 settimane consecutive di rialzo, quasi perfettamente coincidenti con la fine del 2023, i mercati azionari hanno corretto, terminando una settimana caratterizzata da volatilità e incertezza.

La ragione è chiaramente legata alle difficoltà di valutazione delle prospettive macro da parte degli operatori, oltre alle incertezze legate alle prospettive di politica monetaria da parte delle banche centrali, ancora molto prudenti e conservative di fronte all’eventualità di un taglio del costo del denaro, come abbiamo avuto già modo di spiegare, per cui sono emerse preoccupazioni che hanno portato a liquidare posizioni long sui titoli, con conseguente pull back dei principali listini, non solo statunitensi.

Wall Street ha comunque chiuso in rosso la settimana con S&P e Nasdaq a -1.8% e -3.8% rispettivamente, mentre il Dow ha contenuto le perdite a un -0.7%. Anche il Dax ha chiuso la settimana in negativo, ma con una percentuale inferiore.

INFLAZIONE EUROZONA

Sale meno del previsto l’inflazione nel vecchio continente, con un +2.9% su base annua nel 2023, meno del consensus del 3%, ma in leggera ripresa rispetto a novembre. La ragione è legata ad un calo superiore alle previsioni dei i prezzi energetici, che hanno ceduto il 6.7%, anche se dall’altra parte sono aumentati i prezzi dei prodotti alimentari e industriali non energetici. Il tasso core, esclusi alimentari ed energia, è sceso al 3.4%, il livello più basso dal marzo 2022.

VALUTE

Sul mercato dei cambi, si pensava che un dato sui Nfp positivo, avrebbe dato slancio al dollaro, ma in seguito alla pubblicazione, dopo aver assistito ad un iniziale rafforzamento del biglietto verde, si è registrata una reazione delle valute concorrenti, probabilmente in seguito al principio del “buy dollars on rumors and sell on news”, che ha spostato gli equilibri di breve, senza però come già ricordato, andare a sfondare supporti o resistenze chiave di medio termine, ma rimanendo comunque confinati nel trading range delle ultime settimane.

E per il momento, non vediamo come si possa uscire da queste fasce in assenza di notizie certe sul fronte tassi e dati. Per tale ragione ci pare di poter dire, sempre con la dovuta attenzione perché nulla sui mercati è facile, che in questo momento, l’utilizzo di metodologie mean reverting, possa ancora fare la differenza specie sui cross, in considerazione del fatto che il mercato dollaro centrico attuale, tende a presentare i cross come demoltiplicatori di volatilità.

L’EurUsd resta per ora confinato tra 1.0830 e 1.1020, con limiti anche più stretti nei time frame più brevi, così come il Cable, compresso tra 1.2610 e 1.2830. Variabile e in trading range EurGbp, tra 0.8580 e 0.8650, cono possibilità però di violare i supporti e tornare a 0.8600 10, prossima area di arrivo. UsdJpy che dopo aver toccato quota 146.00 è tornato leggermente indietro, scendendo circa l’1%, ovvero 150 pip dai massimi anche se rimane in trend rialzista sui time frame a 2 e 4 ore. Ma non sarà facile rompere 146.00 nuovamente.

Da segnalare interessanti movimenti sul dollaro canadese dopo che i dati di venerdì hanno mostrato un peggioramento della crescita economica che potrebbe spingere la Boc a ridurre il costo del denaro a fine del primo trimestre. Volatilità interessante anche per AudCad, NzdCad e EurCad, con mercato bilaterale e opportunità di muoversi all’interno delle recenti fasce di oscillazione.

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I DATI DELLA SETTIMANA

È la settimana dell’inflazione Usa che, periodicamente segue quella dei Nfp. Giovedì prossimo, insieme ai jobless claims, i dati chiave saranno i prezzi al consumo, attesi a +3.1% su base annua nel dato generale e a +4% nel dato core, mentre i mensili sono attesi a +0.1% e +0.3% rispettivamente. Solo scostamenti importanti dalle previsioni però potrebbero segnalare un cambiamento dell’atteggiamento dei funzionari del Fomc, i quali sembrano ancora chiaramente orientati ad una certa prudenza.

Sono attesi anche i dati relativi al commercio estero e prezzi alla produzione, che però non crediamo possano modificare le price action più di tanto. Interessanti anche i dati Cinesi, con inflazione al consumo, alla produzione, oltre ai numeri sul commercio estero. Per quanto riguarda l’Eurozona, produzione e ordini industriali, oltre alla bilancia commerciale. Uk invece che vedrà pubblicare i numeri sul Pil e produzione industriale di novembre 2023.

Buona settimana e buon trading.

Saverio Berlinzani



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