Jerome Powell, nella sua dichiarazione al Congresso americano, ha raffreddato gli entusiasmi di analisti e investitori, convinti che la Fed fosse prossima ad un taglio del costo del denaro. Il Presidente ha infatti ribadito che non taglierà i Fed Funds fino a quando non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%, e i dati, in questi primi trimestri, secondo Powell, non supportano tale fiducia. Il Presidente ha però ricordato che il mercato del lavoro si è notevolmente raffreddato.

I rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni hanno superato il 4,3% in seguito alle dichiarazioni del Governatore che ha ribadito più volte che l'inflazione non è ancora abbastanza bassa da consentire alla Federal Reserve di iniziare il suo ciclo di tagli, mettendo sotto pressione i titoli del Tesoro. Tuttavia, il presidente ha osservato che la banca centrale considera anche i rischi di un eccessivo inasprimento.

Gli ultimi dati economici hanno mostrato che le aspettative di inflazione al consumo per l'anno a venire sono scese per il secondo mese consecutivo al 3% a giugno dal 3,2% di maggio. I dati della scorsa settimana hanno anche evidenziato un aumento della disoccupazione, una contrazione dell'attività nei servizi e una debole occupazione nel settore privato.

EQUITY

L'S&P 500 e il Nasdaq hanno mantenuto livelli record nella sessione di ieri, con il Dow Jones, che ugualmente è salito di oltre 50 punti. Il tutto nonostante la testimonianza del presidente della Federal Reserve Jerome Powell davanti al Senato. Questa settimana sono attesi anche i dati chiave su CPI e PPI, mentre la stagione degli utili sta per iniziare.

Il settore finanziario ha guidato il mercato, con performance migliori delle attese di JP Morgan (+2%) e Bank of America (+2,6%), mentre le mega Cap sono salite, anche se di percentuali non significative, con Nvidia cresciuta di oltre l’1.2%, Apple 0,3%, Amazon 0,1%, Meta 0,4% ed Eli Lilly dello 0,8%.

RBNZ, TASSI INVARIATI

La Reserve Bank of New Zealand ha mantenuto il tasso di interesse ufficiale (OCR) stabile al 5,5% durante la riunione politica di luglio 2024. Si tratta dell'ottava volta consecutiva in cui i tassi sono rimasti fermi, a conferma delle aspettative del mercato. Il board ha osservato che la politica monetaria restrittiva ha allentato le pressioni e ridotto l'inflazione dei prezzi al consumo.

Sebbene l'inflazione complessiva sia scesa a un minimo di quasi tre anni del 4% nel primo trimestre del 2024, ha comunque superato l'intervallo obiettivo dell'1-3%. Tuttavia, il Comitato prevede ancora che l'inflazione scenderà tornando ai target nella seconda metà dell’anno. Di conseguenza, il Comitato ha convenuto che la politica monetaria deve rimanere restrittiva. Una dichiarazione dovish che ha spinto NzdUsd al ribasso così come tutti i cross della divisa oceanica., perché di fatto prevede due tagli da qui a fine anno.

VALUTE

Sulle altre valute, ancora poco da segnalare con EurUsd a 1.0820 a ridosso del supporto chiave, mentre il Cable ha perso qualche posizione tornando sotto 1.2800 vicino ai supporti chiave di 1.2760 70 area. Eurgbp infatti è tornato sopra 0.89455 e sembrerebbe anche pronto a salire verso quota 0.8500. Ritorna a salire anche UsdJpy ormai ritornato non lontano da 162 e in totale assenza di dichiarazioni della BoJ.

Reuters ha riferito, citando fonti anonime, che la BoJ potrebbe tagliare le previsioni di crescita economica nel 2024 con una inflazione che tornerà intorno al 2% solo nel prossimo anno. Stabile il franco svizzero in una sessione che sembra mossa solo da dichiarazioni di banchieri centrali o notizie macro, che peraltro questa settimana scarseggiano.

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Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani



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