Dopo due settimane consecutive in negativo, gli indici di Wall Street aprono la nuova ottava ancora all’insegna dei ribassi.
La politica ancora falco delle banche centrali sta spaventando gli investitori ed ha accresciuto i timori di assistere ad una recessione più pesante nel prossimo anno.
Ieri inoltre hanno fatto molto discutere le parole di Mike Wilson, lo strategist di Morgan Stanley, che ha affermato che il comparto azionario il prossimo anno potrebbe essere colpito dalla peggiore recessione degli utili societari dal 2008. Il future sul Nasdaq100 con scadenza marzo 2023 ha terminato le contrattazioni di ieri a 11.193 punti, facendo registrare un calo dell’1.4%.
Anche nella seduta odierna il mercato si sta muovendo al ribasso, complice il crollo nella notte delle borse asiatiche a causa della posizione meno accomodante della banca centrale giapponese.
Nell’analisi del 13 dicembre scorso avevo sottolineato come il quadro tecnico fosse incerto e di valutare l’apertura di nuove posizioni in acquisto solo dopo il recupero dei 11.900 punti.
Come si può osservare graficamente, questo livello ha difatti respinto le mire rialziste del mercato e catalizzato successivamente nuove vendite.
Nella stessa analisi avevo poi aggiunto che in caso di una nuova chiusura giornaliera sotto quota 11.500 punti, il mercato sarebbe stato probabilmente spinto al test dell’area tra 11.200 e 11.000 punti, dove poi avrei valutato ingressi long a basso rischio con stop limitato a 10.750 punti.
Ora il Nasdaq sta testando proprio area 11.000 punti e su tale livello sono ancora dell’idea che sussistano le condizioni per assistere ad un rimbalzo seppur di breve durata, con primo target a 11.500 punti.
In caso tuttavia di chiusura giornaliera sotto quota 11.000 punti attendiamoci un retest dei minimi annuali a 10.500 punti.
La strada per assistere ad un miglioramento della struttura tecnica su tale mercato è ancora lunga e per questo non mi aspetto una ripresa dei corsi prima del nuovo anno, complice il fatto che quasi sicuramente osserveremo una volatilità in diminuzione in queste ultime due settimane.
Per assistere ad un’inversione di tendenza e attendersi poi nuovi acquisti su un orizzonte temporale di lungo periodo, servirà un recupero, confermato in chiusura settimanale dei 13.000 punti.
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