Pechino aumenta stimoli monetari e fiscali: Borse Asia in forte recupero.
Petrolio di nuovo giù, con benefici effetti sull’inflazione attesa a settembre.
Govies EU: recupero dei GGB greci, debolezza degli OAT francesi.
US tech: Micron rilancia il tema AI con revisioni al rialzo dei suoi conti.


Ieri, 25 settembre, è stata un giornata apatica per le Borse europee, sebbene le aspettativa fossero migliori, dopo che gli stimoli varati da Pechino avevano propiziato chiusure decisamente al rialzo per i listini asiatici.

Gli analisti hanno giudicato come parziali le misure annunciate ieri dal Governo cinese, ancora insufficienti per rilanciare investimenti e consumi: tuttavia ne sono state annunciate di nuove la notte scorsa, con impatto decisamente dirompente sui mercati azionari asiatici e, come vedremo, anche su quelli Europei.

Le notevoli tensioni sul piano geopolitico non aiutano: ieri sono proseguiti i raid aerei e missilistici israeliani sulle installazioni paramilitari di Hezbollah, che a sua volta ha lanciato numerosi razzi ed addirittura un missile.

Le Borse europee hanno chiuso poco mosse rispetto alla vigilia: Milano -0,1%, Francoforte -0,4%, Londra -0,2%, e Parigi, -0,5%. Chiusure deboli anche a Wall Street: Dow Jones -0,7%, S&P500 -0,2%, Nasdaq invariato.

Peraltro, nell'after market Usa si è visto il ritorno dell’ottimismo grazie all’annuncio di Micron Technology, maggior produttore americano di memory chip, di un aggiornamento al rialzo delle previsioni di vendite e profitti, dovuti all’esuberante domanda legata all'intelligenza artificiale.

La prima mossa di taglio dei tassi Usa sembra produrre ricadute positive sul mercato immobiliare: la scorsa settimana l'indice delle nuove richieste di mutui negli States è aumentato +11%, in scia al +14,2% della settimana precedente: inoltre la Mortgage Bankers Association indica che i tassi sui mutui a 30 anni sono scesi al 6,13%, dal 6,15% della settimana precedente, quasi -0,6% sotto i massimi del 2023.

Gli investitori continuano ad elaborare sulle possibili future mosse di allentamento monetaria delle Banche centrali. Oggi, 26 settembre, parleranno sia il Presidente dell’ECB (Banca centrale Europea) Christine Lagarde, che il Chairman della Federal Reserve (Banca centrale Usa), Jerome Powell.

Sul fornte Federal Reserve, Michelle Bowman, l'unico membro che aveva votato contro il taglio da -50 bps della scorsa settimana, ha auspicato una riduzione dei tassi “ad un ritmo misurato", convinta che i rischi d’inflazione permangano.

Di diverso avviso la collega Adriana Kugler che ritiene opportuni nuovi tagli se l'inflazione continuerà a rallentare ed il mercato del lavoro confermerà la sua forza.

Negli Usa si attendono, tra oggi e domani, alcuni dati macro di rilevo: tra tutti, venerdì, l'indice dei prezzi per spese personali&consumi (Pce) e l’aggiornamento finale sul GDP (PIL) del 2’ trimestre: forniranno elementi di valutazione alla FED nella prospettiva del prossimo FOMC (Comitato di politica monetaria) di ottobre.

Il prezzo dell'oro resta vicino al massimo storico a 2.670,4 Dollari/oncia: oltre alle aspre tensioni internazionali, con guerre in corso in Ucraina e Libano, l’oro ha reagito con ulteriori rialzi al 1’ taglio dei tassi da parte della Fed, a cui si pensa se ne aggiunga un 2’ a novembre, e all’inaspettata caduta della fiducia dei consumatori Usa pubblicata martedì.

Resta debole il prezzo del petrolio che, col -1,7% di oggi, torna vicino ai minimi dell’anno: il WTI (West Texas Intermediate) ripiega sotto 69 Dollari/barile. Cio’ si combina con la debolezza del Dollaro, favorendo un contributo negativo all’inflazione europe di settembre.

Il comparto dei titoli Governativi Europei vive una fase calma da diversi mesi, ma è notevole che gli spread di rendimento tra Bund tedeschi (rating AAA) e Govies della “periferia” si stiano chiudendo. Lo Spread tra BTP decennali italiani e omologhi Bund staziona è vicino a 132 bps, col BTP benchmark che “paga” meno di 3,5%.

I rendimenti dei GGB greci non sono mai stati così vicini a quelli degli OAT francesi, che invece, da quasi un anno, “allargano” lo spread coi “tripla A” europei.

Nell'aggiornamento dell'Economic Outlook, l'OCSE (Organizzazione per cooperazione e sviluppo economico) prevede che la crescita possa toccare +3,2% nel 2024 e 2025, grazie all’ulteriore ripresa del commercio internazionale, all'incremento dei redditi reali e all'allentamento del costo del denaro.

Oggi, 26 settembre, registriamo recuperi quasi euforici per i listini azionari asiatici: Tokyo, col +2,8% del Nikkei, è salita ai massimi da 2 mesi, sospinta dalla debolezza dello Yen, innescata dalla scelta della Banca del Giappone di mantenere il tasso di riferimento a +0,25%.

Bene anche Hong Kong +3,1%, Shanghai +2,5%, Shenzen +2,8%, Korea +2,6%, con i rialzi più forti messi a segno dalle azioni tecnologiche, grazie alle buone attese diffuse dal memory-chip maker Usa Micron.

In Cina, dopo le misure di stimolo varate a inizio settimana, Pechino starebbe valutando di iniettare fino a 1000 miliardi di Yuan nelle principali banche statali, per migliorare l’accesso al credito di banche e imprese.

Ottimo avvio anche per le Borse europee, con rialzi medi di +1,2% a fine mattinata (ore 13.00 CET). La Banca nazionale Svizzera ha tagliato i tassi di -0,25% a +1,00%, mentre ieri quella Svedese (Riksbank) li aveva tagliati di eguale misura a +3,25%.

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