LA FED IERI HA SPAVENTATO I MERCATI, MA OGGI?

Un pauroso ed inefficace taglio dei tassi.

“Un pauroso ed inefficace taglio dei tassi”. E’ stato letto cosi’ dal mercato il taglio intra-meeting effettuato dalla FED ieri sera.
Esso e’ stato definito “scaring”, pauroso, appunto dagli operatori di Wall Street, soprattutto da quelli che sono figli del QE e che viaggiano su un Bull Market dal 2009. Per loro e’ un’operazione inusuale, una di quelle che se viene fatta, “allora la situazione e’ molto grave”.
E poi ci sono quelli che dicono che un taglio dei tassi e ‘ inefficace, perche’ la FED poco puo’ fare nei casi, come questo, caratterizzati dalla contemporanea presenza di uno shock di offerta ed uno shock di domanda. Tale view e’ sposata anche da noi di Zeygos.
Affinche’ l’azione della Fed di ieri sia effettivamente efficace e’ necessario che venga implementata assieme ad altre misure fiscali di stimolo all’economia e ai settori maggiormente colpiti. Inoltre, le altre banche centrali dovranno seguire a ruota, il taglio della FED. Solo a quel punto il mercato riuscira’ a focalizzarsi sul futuro, ritenendo gli effetti distruttivi sul ciclo macro del coronavirus solo un evento di breve termine da superare. Altrimenti, il focus rimane sui dati dei contagi, sui voli cancellati, sulla diffusione del virus e sul tasso di mortalita’, ahime’ in crescita, ed il panico aumenta sia fuori dal mercato che sui mercati finanziari.

Ad alimentare tale ansia anche la scarsa abilita’ comunicativa di Jerome Powell, che pur eseguendo un taglio dei tassi di 50 bps effettuato per ridare fiducia ai mercati ha egli stesso ammesso l’insufficienza di tale misura senza pero’ aprire ad ipotesi di utilizzo di altri strumenti di politica monetaria. Il mercato si e’ sentito abbandonato a se stesso.
Interessante notare che, da un punto di vista meramente tecnico, il taglio dei tassi di ieri ha controbilanciato gli effetti distorsivi sul ciclo macro derivanti dal crollo dei mercati finanziari. Di fatto, e’ come se Powell avesse messo la palla al centro, post crollo di Wall Street, ma debba ancora adottare ulteriori misure per ulteriori crolli legati ad ulteriori rallentamenti macro. Questo e’ quello che sconta il mercato dei bond, che si attende ulteriori tagli a breve.



E vediamo allora quali potrebbero essere questi crolli, ma con la consapevolezza che per il momento sono crolli solo ipotetici basati su scenari (tipicamente catastrofici) posti in essere dagli analisti e dagli economisti.

La parola recessione inizia ad essere sempre piu’ presente nei report degli strategyst. In molti iniziano a fare i conti su quale potrebbe essere il destino dei mercati finanziari azionari qualora l’economia USA dovesse andare in recessione.
Il piu’ pessimista e’ lo strategyst di Bespoke Investment che parla di un crollo delle stime di utile sul 2020 del 20% e di una contrazione dei multipli di borsa dello S&P500 a 16. Tale scenario porterebbe lo S&P a scendere del 40% dai massimi di quest’anno. L’obiettivo sarebbe quindi 2000 punti circa. Stando a questa ipotesi, ci attenderebbe un Bear Market di un altro -25% dai livelli attuali.
Meno catastrofico lo strategyst di Citigroup che prevede una discesa dei mercati parallela alla contrazione degli utili di borsa. Anche lui (ahime’) ritiene probabile una contrazione degli utili nell’ordine del 25% a cui verrebbe associata una discesa degli indici del 25% ed un obiettivo dello S&P500 attorno ai 2400-2500 punti.
Nella lista degli strategyst bearish c’e’ anche Goldman Sachs che prevede uno storno del 28% dai prezzi massimi registrati a febbraio e un andamento flat delle stime di utile sull’anno. Questo significa che GS ritiene probabile assistere ad un’importante contrazione dei multipli di borsa.

A pesare sono poi anche le proiezioni sulla crescita economica degli istituti quali l’OECD che ha abbassato le stime di crescita mondiale dal 2.9% al 2.4%. Si tratterebbe del tasso piu’ basso di crescita dal 2009.

In sintesi, i rischi ci sono. E’ evidente. In molti stanno gia’ mettendo in guardia da scenari recessivi, ma le autorita’ (la FED in primis) hanno gia’ dimostrato di non volere stare a guardare il corso degli eventi. Questo, nel medio periodo, avra’ un peso.

In questo enviroment, l’asset class vincente e’ l’oro. Esso beneficia di questo clima di terrore creato dalla diffusione del virus e diventa tanto piu’ interessante in termini relativi quanto piu’ i tassi USA scendono. Questo perche’ l’oro e’ un’asset class che non produce interessi ed il costo di detenerlo si riduce quanto piu’ i tassi si riducono.



La relazione inversa tra prezzo dell’oro e andamento del rendimento dei treasury e’ chiaramente esposta in questo grafico.

Costruttiva anche la reazione del petrolio. “i commodity people” sono fiduciosi sulla tempestivita’ con cui agiranno i paesi dell’OPEC+ che probabilmente procederanno con un taglio della produzione di 600.000-1.000.000 di barili al giorno nella riunione attesa per il week end. Tale misura servirebbe a controbilanciare il calo della domanda associata alla diffusione del coronavirus. Esso e’ stimato da Morgan Stanley nell’ordine dei 500.000 barili al giorno mentre gli strategyt di GS ritengono sia probabile una contrazione nell’ordine di 150.000 barili al giorno.
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