Sembra ormai assodato, dopo le tante dichiarazioni di diversi banchieri centrali intervenuti nella giornata di ieri, che la Fed taglierà i tassi solo di 25 punti base a novembre, mentre per quel che riguarda le altre banche centrali del primo mondo, esistono probabilità maggiori di ribasso dello 0.50%, il che ovviamente alimenta, nei cambi, la forza del dollaro, mentre sull’azionario, tale notizia non viene considerata come un trigger, ovvero una ragione di innesco, di una fase di avversione al rischio, per cui le borse rimangono sostanzialmente, al di là di qualche correzione insignificante, vicino ai massimi storici.

Wall Street, dopo le perdite iniziali, ha corretto con l’S&P 500 che ha guadagnato meno dello 0,1%, il Nasdaq 100 è salito dello 0,2% e il Dow Jones ha chiuso intorno allo 0.12% dopo essere sceso all'inizio della sessione. I rendimenti dei Treasury sono aumentati, con il decennale che ha raggiunto il 4,2% prima di correggere leggermente, poiché i commenti restrittivi dei funzionari della Federal Reserve hanno alimentato i dubbi sui futuri tagli del costo del denaro. I titoli del mercato immobiliare sono scesi di oltre il 3% a causa delle continue preoccupazioni per i tassi elevati.

Gli investitori rimangono cauti in attesa dei principali report sugli utili ancora in programma questa settimana, con Tesla e Coca-Cola pronte a pubblicare la trimestrale oggi in giornata, seguite da Honeywell giovedì. Tra le trimestrali già pubblicate, segnaliamo Verizon in ribasso del 5,7% a causa di ricavi deludenti mentre General Electric ha perso quasi il 6% per le medesime ragioni. Al contrario, le azioni di Philip Morris International hanno guadagnato oltre il 6% fino al massimo delle ultime 5 settimane, dopo aver pubblicato utili e ricavi migliori del consensus e General Motors ha chiuso con un +2,3%.

VALUTE

Sui cambi EurUsd ormai a ridosso di 1.0800 primo supporto chiave prima di 1.0750. Per ora tiene, ma certamente il supporto di medio termine richiamato potrebbe essere presto messo sotto pressione. Solo al di sopra di 1.0870 si potrebbe parlare di possibile inversione di trend, altrimenti sono solo correzioni parziali. Il Cable regge meglio la forza del biglietto verde e tiene il supporto chiave di 1.2970 allontanandosi, così che l’EurGbp si avvicina a 0.8300 supporto.

Sulle altre valute da segnalare UsdJpy che si è arrampicato fino a 152.20 e ancora una volta la Boj rimane in silenzio senza alcun intervento verbale. Il benign neglect della Boj pare evidente. Non sono da escludere possibili target a 154.50 75 area. Franco svizzero che rimane tra 0.9350 e 0.9400 contro Euro con la Snb che non riesce a indebolire la divisa elvetica, una prassi ormai consolidata. UsdCad che rimane in equilibrio a 1.380, in attesa della decisione di oggi pomeriggio della Boc, attesa al taglio di 50 punti base con tassi al 3.75% dal 4.25%. Forza di dollaro anche sulle oceaniche che però per il momento tengono meglio dell’Euro.

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PREVISIONI DEL FMI

Il FMI prevede che la crescita globale rimarrà stabile nei mesi a venire, e vede comunque l'economia globale espandersi del 3,2% nel 2024, dato invariato rispetto alla stima precedente. Tuttavia, la crescita per il 2025 è stata leggermente rivista al ribasso al 3,2% dal 3,3%. Sono state apportate notevoli revisioni, con gli aggiornamenti delle previsioni per gli Stati Uniti che compensano i declassamenti di quelle per altre economie avanzate, in particolare, i maggiori paesi europei. Il PIL degli Stati Uniti dovrebbe ora crescere del 2,8% nel 2024, più alto del 2,6% registrato a luglio, in mezzo a risultati più forti nei consumi e negli investimenti.

L'area dell'euro, d'altro canto, è vista in espansione ad un ritmo più lento, lo 0,8% quest'anno (rispetto allo 0,9% registrato a luglio), poiché l'economia tedesca è ora vista in stallo, rispetto a una crescita dello 0,2% precedentemente prevista. Le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso anche per la Cina (4,8% contro 5%) e il Giappone (0,3% contro 0,7%).

Nel frattempo, si prevede che il PIL del Regno Unito crescerà più rapidamente (1,1% contro 0,7%). Per quel che riguarda i tassi, le proiezioni della Fed vedono due tagli dei tassi nel 2024 e ulteriori riduzioni nel 2025. D’altro canto invece le misure di stimolo per la Cina, annunciate dalla PBOC, non sono sufficienti a stimolare la crescita in modo sostanziale.

ORO, NON C’E’ MAI FINE

L'oro è salito a quasi 2.740 dollari l'oncia martedì, un nuovo ennesimo record, sostenuto dallo status di bene rifugio a causa delle crescenti tensioni geopolitiche e dalle più ampie incertezze macroeconomiche. Gli scontri tra Hezbollah e Israele sono continuati in Libano e la rappresaglia diretta israeliana contro l'Iran, dopo il recente bombardamento missilistico, è di nuovo un evento altamente probabile nei giorni a venire.

Inoltre, le imminenti elezioni statunitensi, a poche settimane di distanza, stanno aumentando anche la domanda di beni rifugio. Allo stesso tempo, l'allentamento monetario delle principali banche centrali sostiene lo slancio al rialzo dell'oro, con la PBoC e la BCE che hanno recentemente abbassato i loro tassi di interesse.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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