Nelle ultime ore si è diffusa la notizia di un attacco missilistico israeliano sulla città di Isfahan (Esfahan il nome corretto), notizia che inizialmente sembrava confermata, mentre negli ultimi minuti sembra essere stata negata anche dagli stessi Iraniani. E pare che le esplosioni siano state causate dall’attivazione del sistema di difesa aereo iraniano. I mercati sono entrati rapidamente in modalità risk off, con salite per il franco svizzero, petrolio, unitamente al dollaro, asset rifugio primario. Non paiono invece in rialzo titoli di Stato e indici di rischio, che rimangono per ora tranquilli.
Ma veniamo a quanto successo ieri. Abbiamo vissuto un’altra giornata negativa a Wall Street, che sembra definitivamente entrata in una fase di distribuzione con massimi e minimi decrescenti. Niente di eccezionale a livello di percentuali, ma quello attuale, pare un movimento pulito e soprattutto tecnicamente dovuto. L'S&P 500 e il Nasdaq sono scesi sui primi target, dati dai minimi precedenti significativi, con un ribasso rispettivamente dello 0,3% e dello 0,5%. Il Dow Jones invece ha rotto i minimi precedenti nelle sedute precedenti mentre ieri ha chiuso flat.
Le ragioni di questi movimenti, che sono stati analoghi anche in Europa, sono legati da una parte ai risultati aziendali, peggiori del previsto, ma soprattutto alle prospettive di tassi alti ancora a lungo, oltre ai dati usciti, tra cui l'indice manifatturiero della Fed di Filadelfia. I titoli dei semiconduttori sono stati i peggiori, scambiati in territorio negativo tranne Nvidia (+0,6%), mentre Taiwan Semiconductor Manufacturing ha registrato il suo primo aumento dei profitti in un anno, in un contesto di forte domanda di intelligenza artificiale. Tesla perde circa il 2,4% dopo il downgrade di Deutsche Bank. Meta, invece, è cresciuta del 2,3%.
VALUTE
Sui cambi, ieri, poche oscillazioni, con i principali rapporti valutari originali (contro dollaro) rimasti all’interno di 50 60 pip di oscillazione. EurUsd tra 1.0640 e 1.0690, mentre il Cable è rimasto tra 1.2435 e 1.2485. UsdJpy tra 154.10 e 154.70, senza slanci, tantomeno interventi verbali della Boj. Stanotte però, sono usciti i dati sui prezzi al consumo, saliti come da consensus (+2.7%) ma meno del dato precedente di +2.8%. IL Governatore della Boj Ueda ha dichiarato che se lo Jpy debole dovesse importare inflazione, la Boj sarebbe pronta ad alzare il costo del denaro.
In mattinata però quando si è diffusa la notizia dell’attacco missilistico israeliano, il franco svizzero è balzato contro euro a 0.857, per poi tornare a 0.9660, ancora lontano però dal livello iniziale di 0.9710. Sulle altre valute poco da segnalare, se non correzioni dei movimenti precedenti, grazie anche ad un ritorno dell’appetito al rischio, visibile sia dagli indici, con il Vix sceso a 17.90, sia dai rendimenti dei titoli di stato, con il decennale Usa intorno a 4.60%. UsdCad a 1.3750, mentre l’EurChf appena sopra 0.9710. Si aspettava qualche trigger nuovamente, che fosse esogeno (tensione geopolitica), o endogeno (interventi sui tassi e dati), e questo è arrivato sotto forma di un attacco missilistico israeliano che però per ora pare non sia stato confermato o sia addirittura una fake news. Aspettiamo conferme.
UE MIGLIORANO LE PARTITE CORRENTI
L’avanzo delle partite correnti nell’Eurozona, ovvero i flussi lordi relativi agli scambi di beni, servizi e redditi tra residenti e non residenti è aumentato notevolmente a 31,6 miliardi di euro nel febbraio 2024 rispetto ai 10,7 miliardi di euro dello stesso periodo del 2023. L’eccedenza dei beni è quasi raddoppiata da 21 miliardi di euro a 40,5 miliardi di euro. D’altro canto, l’eccedenza dei servizi è scesa da 4,6 miliardi di euro a 2,1 miliardi di euro. Su base destagionalizzata, l’avanzo delle partite correnti è sceso a 29 miliardi di euro a febbraio rispetto ai 39 miliardi di euro del mese precedente.
JOBLESS CLAIMS STABILI
Sul fronte del mercato del lavoro Usa, Il numero di persone che hanno fatto richiesta del sussidio di disoccupazione è rimasto invariato rispetto alla settimana precedente a 212.000, al di sotto delle aspettative del mercato di 215.000. Inoltre, le richieste di indennizzo continuative sono rimaste sostanzialmente invariate all'inizio del mese, al di sotto delle aspettative del mercato, a dimostrazione che i disoccupati stanno trovando lavoro a un ritmo sostenuto rispetto agli standard storici. I risultati erano in linea con una serie di dati recenti che indicavano un mercato del lavoro teso, che ha spinto la Federal Reserve a dichiarare di voler attendere prima di effettuare qualche riduzione del costo del denaro per combattere una inflazione persistente.
MANUFATTURERO IN CRESCITA
L’indice manifatturiero della Fed di Filadelfia negli Stati Uniti è aumentato di 12 punti, portandosi a 15,5, ben al di sopra delle aspettative del mercato di 1,5. Si è trattato del terzo dato positivo consecutivo e del più alto da aprile 2022, con gli indicatori relativi ai nuovi ordini (12,2 contro 5,4 di marzo) e alle spedizioni (19,1 contro 11,4) in aumento. Le imprese continuano a segnalare un calo complessivo dell'occupazione (-10,7 vs -9,6), e gli attuali indici dei prezzi suggeriscono un aumento complessivo dell’inflazione.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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