Nonostante lo scorso Marzo ci sia stato il primo rialzo dei tassi dopo 17 anni da parte della Bank of Japan (BoJ), permane la debolezza di fondo dello Yen nei confronti del Dollaro. Pur avendo la BoJ allentato il controllo della curva, permettendo al titolo di stato decennale di raggiungere il rendimento del 0.33% (era a zero ad inizio anno), il differenziale con il rendimento del 10-year US Treasury (4,42%) rimane troppo elevato, come anche il confronto con i tassi d’interesse in termini reali. Inoltre, il mercato è convinto che la BoJ non spingerà sull’acceleratore del rialzo dei tassi d’interesse, poiché detiene la metà del debito statale che in rapporto al PIL raggiunge la cifra impressionante del 260%, contro il 120% degli USA. Finora gli Hedge Funds hanno puntato sulla debolezza dello Yen, tanto da costringere la banca centrale ad intervenire per ben due volte, il 29 aprile e il 1 maggio scorsi, a difesa del minimo a 160 per dollaro. Ritengo pertanto che in assenza di interventi da parte della BOJ, il destino dello Yen sia in mano alla Federal Reserve. Per rivedere lo yen in area 152 per dollaro, Jerome Powell e i membri del FOMC (Federal Open Market Committee) dovrebbero virare con decisione verso un atteggiamento accomodante nelle previsioni di politica monetaria. E a breve potremo analizzare le minute dell'ultima riunione FED, che saranno diffuse mercoledì 22 maggio, per decifrare i tempi dei possibili tagli quest'anno, con i mercati che attualmente prezzano un taglio di 25 punti base a novembre. Un risultato più falco da parte del FOMC, al contrario, dovrebbe spingere nuovamente il cross UsdJpy verso il massimo dei 160¥.
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