Questa settimana, per quanto riguarda la sezione della nostra parte educativa, andremo a trattare uno degli strumenti maggiormente utilizzati da parte dei traders, il Relative Strenght Index (RSI), ovvero l’indice di forza relativa.
L’RSI permette ai trader di misurare la forza dei movimenti di prezzo di un determinato asset, misurato in una scala che va da 0 a 100, ovvero più ci troviamo in prossimità del valore 100, più forza ha il prezzo in quel momento ( quindi in prossimità dello 0 siamo di fronte ad un mercato che mostra segni di debolezza), dando mondo al trader di valutare se la situazione attuale del prezzo si trova in ipercomprato o ipervenduto.
L’RSI può essere utlizzato con qualsiasi tipologia di asset, ovvero forex, azionario e materie prime, dando modo al trader di utilizzare diverse strategie che fanno leva sull’utilizzo di questo indicatore.
Quali sono i punti fondamentali da tenere in considerazione per quanto riguarda l’RSI?
1. Questo oscillatore, lo si può utilizzare su qualsiasi tipo di timeframe in base alla strategia utilizzata da parte del trader.
2. L'RSI ci da modo di quantificare l’intensità dei movimenti del prezzo, individuando le condizioni di un ipercomprato o ipervenduto.
3. L’RSI può essere integrato con altri oscillatori/indicatori quali Fibonacci, MACD, Stocastico, Medie Mobili, in modo tale da avere un’analisi che potrebbe essere più accurata. Non sempre però l’utilizzo di più indicatori, ci danno risposte in merito ad una potenziale entrata a mercato. Ogni trader deve comunque valutare questo sulla base della propria strategia.
4. Questo oscillatore ha diversi limiti, ovvero ci sono possibilità che possa dare falsi segnali, oltre a non indicare con precisione una eventuale inversione del prezzo.
La particolarità dell’RSI è che può essere calcolato su diversi periodi di tempo e solitamente viene utilizzato il periodo standard, ovvero 14, ma ogni trader può modificarlo ed utilizzarlo con diversi periodi, in base anche alla propria strategia e il suo modo di tradare.
Altri periodi che vengono utilizzati sono 2, 9 e 50 periodi. Solitamente per chi utilizza una strategia di trading giornaliero, l’ideale sarebbe utilizzare brevi periodi di tempo, come ad esempio 10 o 5, in modo tale da aumentare la sensibilità dell’oscillatore alle variazioni di prezzo.
Vedendo in questo grafico di USDJPY che trovate su Pepperstone, abbiamo valori al di sotto di 30, che ci indicano un’attività di ipervenduto da parte degli operatori, indicando che l’asset si trova al momento in una situazione di sottovalutazione e che ci potrebbe essere un movimento opposto alla vendita.
Mentre non appena superioriamo la quota 70, ci troviamo in una situazione di ipercomprato, ovvero l’asset è attualmente sopravvalutato e potrebbe accadere un movimento opposto all’acquisto.
Solitamente superati questi livelli, il trader potrebbe considerare una posizione d’acquisto non appena si scende al di sotto del livello 30, o una posizione di vendita quando al contrario, si supera il livello dei 70. Senza dubbio noi raccomandiamo di avere prima le dovute conferme, in quanto le performance passate non sono un indicatore che quello stesso movimento possa ripetersi in futuro, oltre al fatto che l’RSI potrebbe darci dei falsi segnali e sta poi a noi valutarne l’effettiva qualità del segnale da parte dell’oscillatore.
Ciò che possiamo tenere in considerazione leggendo l’RSI, sono le divergenze che possono crearsi tra il movimento effettivo del prezzo di mercato e l’oscillatore, indicandoci una possibile inversione del prezzo.
Nel caso qui di seguito mostriamo una divergenza rialzista, in cui il prezzo continua a creare minimi decrescenti, mentre l’RSI crea minimi crescenti. Questo potrebbe darci modo di pensare che potrebbe essere imminente una inversione da parte del prezzo.
Mentre nell’esempio successivo, possiamo trovarci dinanzi ad una divergenza ribassista, in cui il prezzo effettua massimi crescenti, mentre l’RSI comincia a formare massimi decrescenti.
Quali sono i limiti dell’RSI?
Come già accennato in precedenza, l’RSI potrebbe essere soggetto a falsi segnali in quanto non tutte le variazioni dell’RSI, possano riflettersi in una variazione del prezzo. Inoltre non riesce a prevedere con precisione l’oscillazione dei prezzi, motivo per cui, come detto in precedenza, un trader deve sempre e comunque valutare e contestualizzare i movimenti dell’RSI, magari affiancando e combinandone l’utilizzo con altri indicatori per ottimizzare le analisi di mercato e fare in modo di avere un processo decisionale quanto più lineare possibile.
Ricordiamo che questa si tratta prettamente di un’analisi di tipo formativa e non si tratta in alcun modo di incitazione all’investimento. Ogni trader deve essere consapevole del rischio che corre nel fare trading con derivati (CFD).
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Global risk Warning CFDs are complex instruments and come with a high risk of losing money rapidly due to leverage. Between 74-89% of retail investor accounts lose money when trading in CFDs. You should consider whether you understand how CFD
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