In Italia, come previsto, i partiti di destra vincono le elezioni politiche. Borse europee ancora depresse, annullato il tentativo di rimbalzo. Quadro macro globale molto debole, punta ad un’imminente recessione. Massicce vendite di futures sul greggio: WTI sotto 79 Dollari/barile.
Venerdi’ 23 le Borse europee hanno chiuso negativamente una delle peggiori settimane dell’anno: ha certamente pesato la decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse di 75 punti base, ed il drastico taglio delle stime di crescita del GDP (prodotto interno lordo) Usa sul 2022: un misero +0,2%, nella nuova stima.
La performance settimanale, che aiuta ad avere la misura delle perdite recenti, e’ ben sintetizzata dal calo dell'indice Stoxx600 Europe, -4,4%, frutto di cali piuttosto omogenei dei singoli listini: Francoforte -3,6%, Parigi -4,8%, Madrid -5%, Londra -3%, Milano, alla vigilia delle elezioni politiche di domenica 25 settembre, -4,7%, e Amsterdam -3,8%.
Giornata da dimenticare anche a Wall Street, dove il Dow Jones ha perso -1,7%, il Nasdaq e lo S&P500 -1,9%. E’ evidente che le paure per l'andamento dell'economia mondiale si riflettono anche sulle obbligazioni, col risultato che i rendimenti sono ovunque in ascesa, sui cambi, col Dollaro Usa sempre piu’ forte (bene “rifugio”?) e sui prezzi delle materie, che scontano l’attesa di un indebolimento della domanda.
La nuova settimana, in Europa, e’ influenzata dal risultato delle elezioni politiche italiane, svoltesi ieri, domenica 25, dove hanno prevalso i partiti di centrodestra e in particolare la destra conservatrice di Fratelli d'Italia (FdI) che, con un 26% dei voti, emerge come forza egemone di una futura coalizione che includera’ Forza Italia di Berlusconi (centro-destra moderato) e Lega di Salvini (populisti).
Il Ftse Mib di Milano, che a fine mattinata sale del +1,4% sembra mettere in conto che nel futuro Governo prevarra’ la forza piu’ cauta nelle promesse di “public spending” (spesa pubblica addizionale) e, almeno nelle dichiarazioni piu’ recenti, europeista e fedele all’alleanza atlantica. Anche nel resto d'Europa prevale il segno positivo, in media +0,7%.
Oggi, 26 settembre, molta attenzione verra’ riservata all’intervento al Parlamento europeo della Presidente della Banca Centrale Europea (ECB) Christine Lagarde, il primo di una serie di eventi che prevedono il contributo di membri del “board” della banca centrale. La “settimana macro“ sara’ anche arricchita dai dati preliminari sull'inflazione europea di settembre.
Recentemente, il mercato dei cambi fa molto parlare: oggi, 26 settembre, e’ impressionante vedere la Sterlina britannica collassare ai minimi dal 1985 contro Dollaro, in area 1,05!! (ore 11.00 CET). Anche l’Euro guadagna quasi +2,0% sulla Sterlina ed il Dollar index è ai massimi dal 2002 a 114!!
I chiari sintomi di recessione nel Regno Unito, insieme al Piano di misure fiscali varato dal nuovo Governo di Liz Truss per attenuare l’impennata delle bollette energetiche hanno alimentato la pressione ribassista sul “UK Pound” e spinto in alto i rendimenti dei Gilt (titoli di Stato britannici): quello con scadenza 10 anni sfiora +3,84%, il livello piu’ alto dal 2011.
Purtroppo, il prevalere delle forze conservatrici (destra e centro-destra) alla elezioni politiche italiane incide abbastanza significativamente oggi, 26 settembre, sul rendimento dei titoli di Stato italiani: il BTP 10 anni rende 4,50%, e lo spread di rendimento con l’omologo Bund decennale tedesco si amplia a 239 punti base, dai 232 di venerdi’ scorso.
Negli Stati Uniti segnaliamo che il rendimento del Treasury Note a dieci anni e’ salito a 3,75%, proseguendo una traiettoria rialzista che dura da 12 giorni, mai vista negli ultimi 45 anni! Col rendimento del biennale a 4,25%, la curva dei rendimenti per scadenza è ovviamente e marcatamente invertata, come mai in passato.
Il quadro macro europeo, afflitto in primo luogo dalla “crisi energetica, registra i nuovi depressi livelli dell’indice PMI (Purchasing managers Index) manifatturiero, che misura la fiducia e le attese di responsabili degli acquisti delle imprese medio-grandi: in sintesi a settembre è sceso ai minimi da 27 mesi, con quello tedesco che segnala le condizioni prospettiche piu’ difficili in Europa.
In positivo, in termini di inflazione attesa, segnaliamo le massicce vendite, venerdi’ 23, di futures sul petrolio che hanno prodotto cali del -5% sul prezzo del WTI (greggio di riferimento american): quello per consegna novembre è sceso a 78,7 Dollari/barile. In ribasso anche il il prezzo del gas naturale europeo, sotto 180 Euro/megawattora.
Stamane, 26 settembre, i listini azionari asiaticis ono ancora in ribasso, aggravando le perdite accumulate in ben 5 delle ultime 6 settimane: pesa l’accresciuta probabilita’ di recessione, l'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse. Shanghai ha perso-1,2%, il CSI300 di Shanghai&Shenzhen -0,8%, Hong Kong -0,4%.
Molto pesanti il Nikkei giapponese -2,7%, il Kospi coreano -3,0% ed il Nifty indiano -1,8%. La Banca Centrale Indiana (Reserve Bank of India), giovedi’ 29, dovrebbe alzare per la quarta volta consecutiva i tassi di interesse: il consensus indica +50 punti base a +5,90%.
I future su Wall Street indicano ri-aperture negative, attorno -0,5%. L’indice Nasdaq perde oltre -8% da inizio mese, lo S&P500 -5%. (ore 13.30 CET).
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