Fed verso l’aumento dei tassi: Dollaro molto forte, sotto 1,13 vs Euro. Risveglio della pandemia: il prezzo del petrolio va sotto pressione. Cresce l’ottimismo per la crescita cinese: tirano export e consumi interni. Alcune materie prime rallentano, speranze per inflazione piu’ bassa.
Ieri, 18 novembre, le Borse europee hanno chiuso in ribasso, dopo una giornata incerta: sull’umore degli investitori pesano sia le paure per un’inflazione rampante che quelle di una recrudescenza della pandemia in Europa, con la sgradita prospettiva di selettivi lock-down.
Il FtseMib italiano ha fatto peggio di tutti, con -0,6%, seguita dal Ftse100 britannico -0,5%%, il Cac40 francese ed il Dax tedesco con -0,2%. I maggiori indici americani se la sono cavata meglio: Dow Jones -0,17%, S&P500 +0,34% e Nasdaq +0,4%.
L'inflazione non potra’ essere ancora lungamente tollerata dalle Banche Centrali, che interverranno con misure restittive del credito. I mercati sono convinti, e l’apprezzamento del Dollaro Usa sull’Euro sembra dimostrarlo, che la Fed (Banca centrale Americana) possa decidere un rialzo dei tassi di riferimento prima della Banca Centrale Europea (BCE). Oggi, 19 novembre, sono previsti gli interventi di due membri del FOMC (Federal Open Market Committee) della FED, Richard Clarida e Mary Daly, che certamente toccheranno il tema della politica monetaria. Dal canto suo, la Presidente BCE Lagarde, ha ribadito, nei giorni scorsi, che difficilmente il costo del denaro verrà alzato nel 2022. Non resta che aspettare gli eventi, ma l’inflazione, su entrambe le sponde dell’Atlantico, e’ un problema crescente per le famiglie consumatrici/risparmiatrici, che vedono eroso il potere salariale ed il valore reale dei propri depositi. In Italia l’aumento dei prezzi al consumo (CPI) ha toccato +3,1% annuale in ottobre, quello nell’Euro-Zona +4,1%: Germania +4,6%, Stati Uniti +6,2%! Il prezzo del petrolio e’ in calo: ieri, 18 novembre, il WTI (West Texas Intermediate) e’ sceso a 77,1 Dollari/barile, ma ha rimbalzato a 78,4 in chiusura. Oggi ha ripreso a scendere velocemente, fino a 76,4 Dollari, -3,3% (ore 13.30 CET).
La Cina avrebbe iniziato a liberare parte delle sue riserve di greggio, cosa su cui ragiona anche l’Amministrazione Biden.
Il Presidente Usa ha anche richiesto all'”Autorità della concorrenza” di vigilare sulle pratiche commerciali delle “major” petrolifere americane, per verificare se i rincari degli ultimi mesi siano giustificati.
Inoltre sembra che l’Amministrazione Usa stia sensibilizzando i governi giapponese, indiane e sud-coreano a creare un fronte comune e a chiedere a Opec+ (Cartello dei 13 grandi esportatori di petrolio) di aumentare le quantita’ programmate.
Il mercato del lavoro americano va bene, le richieste di sussidi di disoccupazione, pubblicate ieri, lo confermano: 268 mila, in linea coi recenti minimi. Sorpresa positiva, rispetto alle stime di 23, anche per l’indice manifatturiero calcolato dalla Fed di Philadelphia, che a novembre e’ salito a 39 punti dai 23,8 di ottobre.
Le borse dell’Asia Pacifico sono contrastate, e mentre la stagione delle trimestrali volge al termine, l’attenzione si focalizza su tematiche macro e politiche.
In Giappone, il quotidiano economico Nikkei rivela che il nuovo Governo Kishida starebbe per varare un nuovo pacchetto di stimoli, per quasi 56 triliardi di Yen (circa 485 miliardi Dollari), molto sopra alle attese.
L’inflazione al consumo ad ottobre, in giappone, e’ stata +0,1% anno su anno, piu’ bassa del previsto. L’indice azionario Nikkei, stamattina, 19 novembre, ha chiuso in aumento del +0,5%.
Restando in Asia, il CSI300 di Shanghai&Shenzen e’ salito +1,2%, sospinto dal diffuso ottimismo sull’andamento di consumi privati ed esportazioni. Il Kospi coreano ha segnato +0,8%, con LG Electronics in rialzo del 7% su voci di collaborazione con Apple nello sviluppo congiunto di un’auto elettrica.
I mercati obbligazionari sono relativamente tranquillli rispetto al contesto inflattivo e continuano a pagare interessi reali molto negativi. Lo spread tra Btp decennali italiano e omologhi Bund tedeschi conferma l’area “120”, col decennale italiano che rende +0,89% e quello tedesco -0,33%. Il Treasury Note decennale frutta +1,59%.
L'oro consolida il recupero recente che l’ha portato oltre 1.860 Dollari/oncia, cioe’ quasi +8% dai recenti minimi di fine settembre. L’indice Bloomberg commodities, complice il calo del prezzo del greggio, perde -0,7% a 101,88, ed e’ a -4 punti percentuali dai massimi del 25 ottobre: una buona premessa per il raffreddamento dell’inflazione a novembre, ma non facciamoci troppe illusioni.
I principali listini azionari europei sono mediamente in calo del -0,5%, a fine mattinata di oggi, 19 novembre (ore 12.30 CET): il rinnovato allarme pandemia e lock-down parziali sta producendo cautela e prese di profitto tra analisti e investitori. Bitcoin in calo per il sesto giorno consecutivo e futures su Wall Street attorno alla parita’ fotografano un atteggiamento cauto e dubbioso alla vigilia del weekend.
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